La voce e la memoria. Storie di pecore, uomini ed altri animali

Sabato 25 Giiugno, alle ore 11, presso la Sala Convegni del Museo di Roviano, si terrà l’incontro La voce e la memoria. Storie di pecore, uomini ed altri animali, un evento che avrà come tema centrale la relazione umana con gli animali da allevamento. Quale ruolo hanno la voce e la memoria nel mondo pastorale? La capacità delle pecore di riconoscere la voce del pastore e l’importanza del suono nella relazione interspecifica sono conosciute da tempi immemorabili. Oggi la scienza, attraverso le ricerche etologiche, ci conferma le notevoli capacità intellettive e la sensibilità di questi animali. L’incontro sarà un’occasione per ascoltare la testimonianza diretta dell’ultimo pastore tradizionale di Roviano, ma anche per dare uno sguardo a mondi lontani, che ci rivelano la sorprendente reattività musicale dei nostri compagni di viaggio.

Interverranno Marcella Guidoni (antropologa, autrice del volume NARRARE GLI ANIMALI, Efesto Edizioni) e Fabrizio Giacinti (antropologo, ricercatore CIBCA per il Museo di Roviano).
Con le testimonianze di Italo Innocenzi e Vinicio Innocenzi e la presenza dell’Editore Alfredo Catalfo (Efesto).

Info: info@museoroviano.it | +39 3206932279

Storie di maestri e musei di montagna

Il 20 aprile è stata inaugurata la mostra virtuale “Storie di maestri e musei di montagna”, realizzata in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università della Valle d’Aosta, il Museo Vallivo Valfurva e il Sistema museale della Valtellina e a cui il Museo di Roviano ha offerto un suo contributo.

La mostra intende presentare alcune figure di maestri di montagna e dei musei etnografici da essi realizzati, spesso con fini didattici. A partire dalla figura di Mario Testorelli, per lunghi anni maestro, sindaco e animatore culturale nella comunità alpina di Valfurva, in Alta Valtellina, la mostra racconta storie di maestri e maestre che hanno lasciato una testimonianza materiale del loro lavoro pedagogico all’interno dei musei etnografici nei territori della montagna e delle aree interne italiane. Gli oggetti scelti e messi in mostra su un sito dedicato, insieme a brevi testi e narrazioni sotto forma di podcast, hanno il compito di illustrare la vita e l’opera di maestri e maestre e dei loro musei.
Il progetto si inserisce nella cornice del Progetto di Ricerca di Ateneo (PRA) 2020 “L’alleanza scuola famiglia come strumento educativo. Esperienze, strategie e modelli pedagogici nella scuola primaria e dell’infanzia” diretto dal prof. Maurizio Piseri e coordinato dalla prof.ssa Teresa Grange dell’Università della Valle d’Aosta.
L’équipe di lavoro è formata da: Valentina Porcellana, ricercatrice e docente di Antropologia alpina presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università della Valle d’Aosta; Maria Valentina Casa, antropologa e direttrice del Museo Vallivo Valfurva; staff tecnico e informativo del Sistema museale della Valtellina; Matteo Volta, Amalia Campagna, Erika Podda e Giulia Ferrante, staff scientifico del gruppo di ricerca-azione Montagne in Movimento/UNIVDA (che si occupa di antropologia applicata e pubblica in aree interne e marginali)
Il Museo di Roviano collabora al progetto e per la nostra sezione i curatori hanno intervistato Artemio Tacchia, “maestro e fondatore” del Museo. La sua testimonianza è disponibile, assieme alle fotografie e a tutti gli altri materiali, all’indirizzo https://aspirelab.altervista.org/?page_id=367

Narrare gli animali

E’ da qualche giorno disponibile il volume di Marcella Guidoni Narrare gli animali. Individualità e memoria nella relazione interspecifica (Edizioni Efesto, Roma, 292 pp.), pubblicato nell’ambito della collana dei Quaderni del Museo di Roviano. Il libro, attraverso un approccio di ricerca di tipo etnoantropologico, getta uno sguardo nuovo sugli “animali da allevamento”, suscita emozioni e pone domande sul nostro rapporto con il mondo naturale.

L’uomo occidentale è tendenzialmente portato ad ignorare, con conseguenze sempre più drammatiche, il fatto che la complessità e la fragilità del mondo in cui viviamo sono il risultato di un’evoluzione di milioni di anni. Di qui l’invito della Guidoni ad ascoltare la voce della natura, ad avviarsi per sentieri inesplorati, alla ricerca di narrazioni che sfidino quelle del potere dominante: una nuova mitologia che narri ogni luogo della Terra come una comunità da condividere con gli altri esseri viventi e non come un oggetto inerte da sfruttare. Il volume accoglie la prefazione di Carla Rocchi, antropologa e animalista, attuale presidente dell’Ente Nazionale per la Protezione Animali.

Una parte della ricerca della Guidoni è stata svolta nella Valle dell’Aniene e nel volume è riportata la trascrizione di un’interessante serie di interviste al pastore Italo Innocenzi di Roviano.
La collana dei “Quaderni”, dopo la recente pubblicazione del Catalogo del Centro di Documentazione (n. 3) si arricchisce di un nuovo tassello per la comprensione di alcuni fenomeni riguardanti la cultura tradizionale del Lazio, in attesa di ulteriori contributi.

Per approfondimenti visita la pagina delle Pubblicazioni

Presentazione del film AQUA al Parco del Montano di Roviano


Venerdì 9 agosto, alle ore 21.30, presso il Parco del Montano di Roviano, verrà presentato al pubblico il film “AQUA. Memoria e vita intorno al Fiume Aniene”di Chiara Crupi (regia) e Emiliano Migliorini (coordinamento scientifico). AQUA è un documentario sulla memoria, sulla storia e sulle tradizioni popolari collegate al fiume Aniene. La ricerca nasce da un progetto del Sistema Museale Territoriale Medaniene e indaga, attraverso una campagna di documentazione sul campo, la realtà culturale connessa alla presenza dell’acqua. Ad integrare le immagini di riti, feste e di luoghi che illustrano questo rapporto vi sono interviste ai testimoni della cultura tradizionale e a etnoantropologi, storici locali e documentaristi. Il film è diviso in quattro capitoli che trattano questo ampio tema da diverse angolazioni: devozione, socialità, lavoro e cibo.

La realizzazione del film documentario “AQUA. Memoria e vita intorno al Fiume Aniene” ha avuto inizio nell’autunno del 2016. Nei primi mesi si è effettuata una ricognizione degli archivi dei Musei del Sistema Territoriale Medaniene (in particolare il Centro di Documentazione e Laboratorio Multimediale del Museo della Civiltà Contadina di Roviano) e si è preso contatto con gli studiosi e documentaristi locali per il recupero di informazioni dirette circa l’oggetto da indagine. A questa prima fase è seguito un lungo periodo di ricerca sul campo che ha coinvolto vari paesi della Valle dell’Aniene (Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Jenne, Marano Equo, Riofreddo, Roviano, Subiaco, Vallepietra, Vicovaro, Vivaro Romano) e anche comuni di zone limitrofe (Marcellina, Roiate) e ha portato alla costituzione di una rete di informatori e una mappa degli specifici luoghi d’interesse. Seguendo metodologie di ricerca antropologica si è quindi iniziato con i rilevamenti sul terreno audio, video e fotografici che, in qualche mese, hanno permesso di ottenere una consistente documentazione su vari aspetti del rapporto uomo/acqua, aspetti che investono svariati argomenti: religiosità, attività produttive, mondo domestico, elementi simbolico-rituali, ricreazione e turismo, gastronomia. Le interviste sono state condotte ascoltando e raccogliendo le memorie dei più anziani per metterle poi in correlazione con le voci del mondo contemporaneo ed effettuando incontri con studiosi delle culture locali e specialisti demoetnoantropologi, che in passato hanno lavorato sul territorio della Valle dell’Aniene. Si sono resi disponibili per le interviste, tra gli altri: Paola Elisabetta Simeoni, antropologa culturale, docente della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici, già collaboratrice del Museo della Civiltà Contadina di Roviano; Artemio Tacchia, studioso di tradizioni locali e fondatore del Museo della Civiltà Contadina; Pino Bonifazio, documentarista e studioso di tradizioni locali; Walter Pulcini, storico locale.

Una raccolta di materiali che comprende complessivamente circa 40 ore di videodocumentazione, 10 ore di registrazioni audio e circa 500 immagini fotografiche che saranno accolte nel Centro di Documentazione del Museo di Roviano, con la possibilità di essere fruite per eventuali successive ricerche sul tema.

Concluso il Laboratorio Pupazza 2018

Si è chiuso più che positivamente il Laboratorio di Costruzione del 19 e 20 maggio a Roviano. Sono state due giornate molto partecipate, che hanno visto alternarsi momenti laboratoriali ad altri di divulgazione e riflessione sulle dinamiche culturali che investono questo fenomeno. Sono stati attivati due Laboratori (uno sulla pupazza tradizionale rovianese e un altro di realizzazione di piccole pupazze di carta), è stata allestita una mostra (che è tuttora visitabile al Castello Brancaccio di Roviano) e presentato il volume “Il ballo della pupazza. Fantocci e giganti rituali nelle feste dell’Italia centrale” (Efesto, Roma 2017).  Sono intervenuti Alessandra Broccolini (antropologa dell’Università “Sapienza” di Roma e Presidente di Simbdea), Paola Elisabetta Simeoni (antropologa, docente della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici), Enrico Bonanni (art designer e detentore del marchio “Phantasima”), l’editore Alfredo Catalfo (Librerie Efesto), Angelo Palma (fotografo e presidente dell’Etnolaboratorio per il Patrimonio Culturale Immateriale) ed esponenti di realtà associative territoriali (come l’Arca di Corrado, di Anticoli e Aniene Wilderness di Tivoli) che hanno dato il loro apporto ad interessanti confronti sul tema.
La giornata si è chiusa con il ballo della pupazza, accompagnato dalla banda musicale “G. Rossini” di Roviano, nella corte del palazzo.

Laboratorio Pupazza 2018

Il 19 e il 20 maggio 2018, a Roviano (Roma), si terranno alcune iniziative dedicate alla pupazza, il fantoccio rituale dalle fattezze femminili, protagonista di alcune feste dell’Italia centrale. Costruita su una intelaiatura di canne e legno rivestito con carta, la pupazza ha solitamente dimensioni gigantesche e forme esuberanti. Durante determinati momenti cerimoniali viene fatta ballare e, infine, data alle fiamme. Tale figura, prosperosa e grottesca, può assumere nei vari luoghi denominazioni diverse (pantàsima, pupa, signora, mammoccia, marmotta…) e anche i modelli costruttivi e le modalità performative che la riguardano differiscono a seconda dei contesti. Questa tradizione legata al mondo agro-pastorale e all’uso rituale del fuoco è oggi messa in atto (a Roviano e nella Valle dell’Aniene) con nuove significazioni, in un diverso orizzonte simbolico e quindi in una differente funzione assunta in ambito comunitario, più inerente alla sfera identitaria e spettacolare che a quella magico-apotropaica del passato.
Per valorizzare e sostenere questa tradizione, il Museo della Civiltà Contadina Valle dell’Aniene organizza una serie di significative attività, già sperimentate nel corso della prima edizione dello scorso anno.
L’iniziativa prevede la realizzazione di alcuni laboratori di costruzione, aperti a chiunque volesse acquisire conoscenza di queste pratiche (i laboratori, sono assolutamente gratuiti e aperti anche ai bambini, che nell’edizione 2017 hanno partecipato numerosi). Il laboratorio di costruzione della pupazza rovianese, che si terrà sabato e domenica, sarà condotto dagli esperti costruttori locali Danilo Folgori, Giuseppe Folgori, Giovanni Folgori, Antonio Nagni, Tonino Battisti, Nino Moltoni, Mario Innocenzi, Gianfranco Grisanti e Antonio Coticoni. Il sabato, durante il pomeriggio, verrà anche realizzato il laboratorio Immaginapupazza, in cui i partecipanti – guidati dall’artista Enrico Bonanni – potranno creare delle piccole pupazze di carta da portare a casa come ricordo dell’esperienza.
Nello stesso pomeriggio di sabato si terrà la presentazione del libro Il ballo della Pupazza. Fantocci e giganti rituali nelle feste dell’Italia centrale (Edizioni Efesto di Roma), secondo volume della collana Quaderni del Museo di Roviano, e vi sarà la proiezione di alcuni documenti audiovisivi sul rito della pupazza a Roviano. Verrà, inoltre, allestita una mostra tematica.
L’evento si concluderà con la performance coreutica del “ballo delle pupazze”, in cui si faranno danzare i fantocci costruiti durante i laboratori, accompagnati dal Complesso Bandistico “Gioacchino Rossini” di Roviano.
L’iniziativa è in connessione con la Giornata Internazionale dei Musei e inserita all’interno dell’attività dell’Osservatorio Pupazza, recentemente costituito.

Il Laboratorio Pupazza: conoscenza, partecipazione e coinvolgimento

Sabato 27 e domenica 28 maggio il Museo della Civiltà Contadina Valle dell’Aniene ha ospitato il 1° Laboratorio della Pupazza, aperto a tutti, bambini e adulti che si sono cimentati nella realizzazione di pupazze di diverse dimensioni, assemblate utilizzando la tradizionale tecnica di costruzione, che fa riferimento all’uso di materiali naturali e di risulta. Il laboratorio è stato condotto da un gruppo di esperti costruttori di Roviano: Giuseppe Folgori, Danilo Folgori, Giovanni Folgori, Antonio Nagni, Tonino Battisti, Nino Moltoni, Mario Innocenzi, Gianfranco Grisanti, Antonio Coticoni. Sabato mattina (27), ad inaugurare l’iniziativa, sì è tenuto un interessante convegno tematico sulle pupazze (o pantasime) e sui fantocci rituali; sono intervenuti: Paola Elisabetta Simeoni (antropologa, docente presso la Scuola di Specializzazione Demo-Etno-Antropologica dell’Università “Sapienza” di Roma) , Alessandra Broccolini (Presidente di SIMBDEA, docente di Antropologia presso l’Università “Sapienza”), Artemio Tacchia (storico locale e profondo conoscitore della cultura della Valle dell’Aniene) e Enrico Bonanni (architetto e studioso di tradizioni popolari).

Convegno e laboratorio hanno avuto come intenti principali la conoscenza di tecniche, saperi e consuetudini che rischiano la dispersione, la valorizzazione delle tradizioni e la trasmissione delle stesse alle nuove generazioni, il tentativo di stimolare l’interazione col proprio contesto socio culturale creando momenti di integrazione di conoscenze e competenze specifiche. La giornata del 28 si è conclusa con la consegna degli attestati di partecipazione (ben 47) svolta dal Funzionario responsabile della Direzione Regionale Culture e Politiche Giovanili – Area servizi Culturali, Promozione della lettura e Osservatorio della cultura della Regione Lazio, dott.ssa Paola Pascucci. La festa si è conclusa nella piazza del paese con il Ballo della Pupazza (accompagnato, come da tradizione, dal complesso bandistico “G. Rossini”) e l’abbruciamento del fantoccio.

Aperte le iscrizioni al Laboratorio di Costruzione della Pupazza Rovianese

A Roviano, il 27 e il 28 maggio, verrà organizzato un laboratorio di costruzione della Pupazza.
Il Laboratorio è assolutamente gratuito, è aperto a tutti (anche ai bambini)e per partecipare è obbligatorio prenotarsi. Da qualche giorno sono aperte le iscrizioni e si potrà farlo fino al 20 maggio.

Qui potete trovare il regolamento e il modulo di iscrizione  che dovrete inviare compilato in tutte le sue parti all’indirizzo rovianomuseo@tiscali.it .

La pupazza o pantasima è un grande fantoccio realizzato artigianalmente, con cartapesta su una intelaiatura di canne, ferro o altro materiale, protagonista di alcuni riti e feste dell’Italia Centrale. Solitamente ha fattezze femminili e forme pronunciate. Viene fatta ballare durante le feste e alla fine, in genere, bruciata. Questa forma di spettacolo tradizionale – che assume valenze rituali e mobilita attorno all’evento varie comunità della Valle dell’Aniene – come molti aspetti della cultura popolare, ha subito un forte ridimensionamento, con il rischio di dispersione di saperi, di tecniche e di processi creativi legati alla cultura locale materiale e immateriale.  Il laboratorio punta alla divulgazione e alla rivitalizzazione di queste conoscenze.

Per maggiori informazioni visitate la pagina dedicata: www.museoroviano.it/attivita/laboratorio-pupazza/

Mostra Donne&Lavoro

Il 22 aprile 2017 inaugurerà a Roviano, all’interno della splendida cornice del Castello Brancaccio, già casa del Museo della Civiltà Contadina Valle dell’Aniene, la mostra Donne&Lavoro, che rimarrà allestita fino all’ultima settimana di maggio.

Il visitatore potrà effettuare un viaggio attraverso le immagini di Carlo Riccardi, che documentano uno spaccato sociale del lavoro femminile durante e dopo il periodo bellico: contadine, operaie, paracadutiste, gommiste, benzinaie e tassiste. Il lavoro affrontato con il sorriso, le donne con molteplici ruoli, madri alle volte padri, che affrontarono i cambiamenti presenti nei più diversi settori della vita quotidiana.

Ad accompagnare le foto di Carlo Riccardi si aggiungono i più recenti scatti del figlio Maurizio, attualizzando e ponendo una sorta di metodo di confronto sulla storia delle donne lavoratrici. Quindi donne-poliziotto, donne-magistrato, avvocatesse, grafiche, archeologhe, addette alla raccolta dei rifiuti e direttrici d’orchestra…. tutte dentro l’obiettivo di Maurizio Riccardi, per rendere omaggio all’universo femminile, a quelle donne che vivono il proprio mestiere con gioia e fatica, lontane dal, ora quanto mai attualissimo, velinismo e dalla voglia di “comparire” a qualsiasi costo.

Per completare questo progetto, visti i frequenti viaggi internazionali di Maurizio Riccardi, si è voluta adoperare una contrapposizione finale con diversi scatti realizzati in Etiopia, in Mozambico e nella Repubblica Democratica del Congo: le lavoratrici di questi tre Stati, nei loro colori e nella loro umiltà, con lo sguardo fisso in camera, abbracciano e sintetizzano il desiderio di quel riscatto umano oltre che sociale, abbattendo i confini nazionali e sottolineando l’importanza del ruolo della donna nella società moderna su una prospettiva universale.

Al convegno di apertura in programma sempre il 22 aprile ore 11.00, oltre al sindaco Sandro Ceccarelli, interverranno il Dott. Emiliano Migliorini attuale Direttore del Museo della Civiltà Contadina, Carlo e Maurizio Riccardi autori della mostra, Fabio Grisanti Presidente di Roviano Fotografia e il Prof. Alberto Manodori Sagredo Titolare della cattedra di Storia della Fotografia dell’Università di Torvergata.

I vari interventi saranno colorati dalle rappresentazioni in poesia dell’Ass.ne NOI LILITH Gruppo donne di Castel Madama e Ciciliano, che opera sul territorio contro la violenza di genere e a difesa dei valori e dei saperi femminili. Modera Sarah Innocenzi consigliere delegato alle politiche sociali del Comune di Roviano. Al termine del convegno i partecipanti potranno scoprire le bellezze del Museo della Civiltà Contadina attraverso una visita guidata dell’area etnoantropologica e di quella archeologica a cura di Michela Moltoni delegato alla cultura del Comune di Roviano.

Info: +39 0774 903023 | rovianomuseo@tiscali.it

Canti e pianti di morte. La donna nei rituali funebri

Sabato 8 Aprile 2017, dalle ore 10, presso la Sala Convegni del Museo della Civiltà Contadina Valle dell’Aniene di Roviano, si terrà la giornata di studi sul tema Canti e pianti di morte: la donna nei rituali funebri, coordinata da Emiliano Migliorini e Fabio Petrelli. Gli interventi di carattere scientifico ed accademico, approfondiranno vari aspetti della figura femminile legati alla dimensione del lutto, della morte, del cordoglio e delle pratiche rituali e devozionali, e di come attraverso i documenti demoetnoantropologici e iconografici si possa focalizzare la dimensione archetipica del canto e del pianto di accompagnamento al morto o di come tali forme siano ancor oggi elementi della devozione popolare e motivi di indagine nell’arte contemporanea. Una parte della discussione sarà incentrata sul rapporto tra lamentazione e devozione popolare.

Questi gli ospiti e i relativi interventi: Eugenia Battisti (Direttore dell’Archivio Eugenio Battisti, curatore e storico dell’arte), Il pianto femminile. ll ritorno del rito nell’arte contemporanea; Claudia Gina Hassan (rciercatrice, Università di Roma “Tor Vergata”), Pianto e memoria. Il caso dell’ebraismo tripolino; Emiliano Migliorini (etnomusicologo, Direttore del Museo della civiltà contadina dell’Aniene di Roviano); Pianto e devozione. Percorsi etnomusicologici; Fabio Petrelli (storico dell’arte), Le lacrime archetipiche. Il tema del pianto tra iconografia popolare e fotografia di interesse antropologico; Salvatorika Savigni (contralto e storico della musica), “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Genesi e sviluppo dello Stabat Mater.

In chiusura si proietteranno due brevi documentari inerenti gli argomenti di dibattito: “Stendalì” di Cecilia Mangini (1960) e “Venerdì Santo” di Gaetano Crivaro (2014), che si inseriscono nell’ambito della Rassegna “Ricerche in vista 2017”.

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